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Orologio della morte o Grande tarlo | Xestobium rufovillosum De Geer
(tarlo del legno Anobide)

Come riconoscere l'Orologio della morte

Orologio della morte

Lo Xestobium rufovillosum è il più grande tarlo Anobide, per questo motivo è stato rinominato come “Grande tarlo”. L’adulto, infatti, ha una lunghezza che varia da 5 a 8 mm.

È di colore bruno rossastro, con una superficie dorsale, che presenta ciuffi irregolari di peli corti giallo-oro, tarchiato e con un ampio torace. Le antenne sono relativamente corte.

La femmina, dopo l’accoppiamento, depone da 40 a 200 uova, in piccoli sacchetti, negli anfratti del legno o direttamente nei fori di sfarfallamento.

Le uova si presentano di piccole dimensioni, ovidi, biancastre e con una superficie molto liscia.

Avvenuta la schiusa delle uova, le larve, di colore bianco latte, tendente al rosa, e con apparato boccale masticatore bruno, iniziano a praticare delle gallerie, soprattutto nell'alburno, con andamento parallelo alle fibre del legno, producendo rosume grossolano, costituito da particelle lenticolari.

Tale fase può avere una durata variabile da 2 a 3 o anche 4 anni (in particolari condizioni, anche di più).

Raggiunta la maturità, la larva (che può avere una lunghezza anche di 10-11 mm), si sposta verso la superficie del legno, e subisce la metamorfosi in pupa.

Dopo qualche settimana, si trasforma in adulto e permane nella camera pupale per tutto l'inverno fino alla primavera successiva, dopo di che, pratica dei fori di circa 3-4 mm di diametro nel legno, e sfarfalla, per ricominciare il ciclo.

Il ciclo completo dura da 1 a 6-10 anni.

Questo tarlo Anobide è conosciuto comunemente con il nome di “orologio della morte”, a causa del tipico rumore provocato dal tarlo adulto, che batte la testa contro le pareti delle gallerie ad intervalli regolari.

Tale battito, che segue una precisa frequenza, svolge il ruolo di richiamo sessuale, in quanto l’accoppiamento dello Xestobium rufovillosum può avvenire anche all’interno delle gallerie.


Quali legni attacca

Il Grande tarlo tende ad attaccare legni duri (quercia, castagno, faggio), ma anche noce, pioppo, salice, ecc.

Particolari condizioni di umidità e presenza di funghi sul legno favoriscono lo sviluppo di questi tarli, che causano danni anche molto seri a travi, capriate, legno strutturale, mobili antichi, statue, sculture e vecchie ceppaie.

Si differenzia, infatti, dall’Anobium punctatum per il fatto che gradisce prevalentemente legno abbattuto o in opera, il quale, a causa di una permanenza in ambienti umidi o di infiltrazione d’acqua, è stato degradato da un attacco fungino, che provoca una parziale demolizione delle pareti cellulari e l'arricchimento di azoto utile per lo sviluppo delle larve.

La sua presenza è riscontrabile nelle normali abitazioni, ma predilige edifici più vecchi, perché caratterizzati da maggiore umidità.

Attratto dalla luce, è facile trovare le carcasse dell’adulto sfarfallato vicino alle finestre.


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