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Parassiti dei tarli e punture sull’uomo | Pyemotes ventricosus

Pyemotes ventricosus

Il Pyemotes ventricosus, comunemente conosciuto come “acaro del legno” o “acaro del tarlo” è una delle cause di punture fastidiose nell’uomo, che inducono forte prurito.

É sufficiente venirne a contatto con pochi esemplari, per sviluppare problemi dermatologici.

In presenza di legno tarlato ad opera di Anobidi, come mobili antichi o soffitti lignei, infatti, è possibile sviluppare una dermatite allergica, che non sarà provocata dai tarli (i quali non hanno alcuna conformazione per farlo), bensì dai parassiti delle larve del tarlo.

Il Pyemotes ventricosus è un parassita invisibile ad occhio umano: ha una grandezza di circa mezzo millimetro.

Le femmine possono permanere silenti, nel periodo invernale, all’interno delle gallerie scavate dai tarli nel legno e manifestare la loro presenza in primavera-estate, periodo di maggiore attività dei tarli.

Presentano un apparato boccale pungitore, con il quale bloccano la larva del tarlo, iniettando delle sostanze ad azione tossica, per paralizzarla e nutrirsene.

Le femmine gravide non escono dalle gallerie del legno a causa della dilatazione del corpo, che impedisce loro di muoversi: esse, infatti, possono contenere fino a 300-400 individui nell’utero materno, e appaiono, così, con una forma a palloncino.

Lo sviluppo dell’acaro del tarlo avviene interamente all’interno della madre, che partorirà individui adulti e pronti per la riproduzione.

Le giovani femmine rappresentano il 95% della popolazione partorita. Il 5% dei maschi adulti (partoriti appena prima delle femmine) attende le femmine appena nate, per fecondarle appena uscite dal corpo materno.

Per cercare la larva di tarlo su cui insediarsi e di cui nutrirsi, le femmine velocissime invadono tutto l’ambiente circostante, fino a riversarsi all’esterno delle gallerie, contaminando ambiente, vestiti e biancherie riposte vicino al legno tarlato. Questo è il momento in cui vengono a contatto con l’uomo (attirate dall’anidride carbonica, che emette) e lo pungono ripetutamente, cercando di immobilizzarlo come fosse una larva di tarlo. A questo punto si sviluppa la dermatite allergica.

ponfi sulla pelle

I parassiti del tarlo possono riversarsi su tutto l’ambiente circostante, diffondendosi in particolar modo nelle imbottiture di sedie, divani, letti, e nelle insenature dei mobili tarlati, come tavoli, cassettoni, cornici.

Le punture del Pyemotes ventricosus avvengono in maniera ravvicinata, fino a creare una linearità nella forma assunta dai ponfi. Possono colpire aree del corpo coperte come tronco, torace, spalle, schiena e gambe, e parti scoperte come braccia e talvolta collo.

I ponfi hanno un aspetto rossastro, con una chiazza biancastra centrale in rilievo.

Calcolando che ogni femmina di acaro può generare oltre 400 nuovi esemplari, si può ben immaginare come la situazione possa rapidamente e repentinamente uscire fuori controllo.

Il periodo più critico è tra giugno e settembre, ma non mancano casi di dermatiti da tarlo anche in inverno, laddove permane un ambiente caldo.

Le lesioni del Pyemotes ventricosus, con annesse dermatiti allergiche, si esplicitano anche dopo diverse ore (dalle 6 alle 24 ore) dall’aggressione avvenuta, pertanto non è sempre immediato riuscire a individuare il luogo in cui possa essere avvenuto il contatto con gli acari del tarlo.

È sufficiente, però, fare mente locale sui luoghi frequentati e individuare dove fossero presenti mobili o soffitti in legno.

Una volta verificata la presenza di tarlo Anobide nel legno, è ben chiaro da dove sia scaturito il tutto e bisogna immediatamente prendere provvedimenti per rimediare al problema insorto.


Se pensi di essere stato punto dagli acari del tarlo, consulta l’approfondimento su come eliminare i parassiti dei tarli e curare la dermatite allergica da tarlo


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